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L’Affaire Lecornu: strategie antagoniste riconfermate, correità e miopie filosofico-politiche
16 ottombre 2025
Due le mozioni di sfiducia presentate dal parlamento francese oggi al neo governo Lecornu-bis. A sostegno della prima, proposta da La France Insoumise, il partito della cosiddetta “sinistra radicale”, di Mélenchon, il parlamento ha espresso 271 voti, sui 289 necessari. Il partito socialista ha votato contro, sicché a favore dell’insediamento del governo.

Nella seconda, avanzata dal Rassemblement National di Marine Le Pen, i voti favorevoli alla mozione, dunque contrari al governo, sono stati 144, poiché la suddetta sinistra radicale non si è neppure degnata di appoggiare la mozione di Le Pen. Anche in questo caso, naturalmente, i socialisti hanno salvato il governo, ovvero Macron, ovvero Black Rock, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, il Nuovo (ormai Vecchio) Ordine Mondiale della superclass anglosassone e dell’impero talassocratico fondato dai discendenti dei mercanti e dei pirati inglesi di Elisabetta I.

L’avvenimento, a parer nostro, ribadisce due evidenze ineludibili per qualsivoglia elevazione d’antagonismo:

  1. L’unica salvezza per i popoli di ciò che è chiamato Occidente (ma - stante l’estrema e l’estremamente folle e ormai rabbiosamente disperata bellicosità del napoleoncino gerontofilo con vizietto, di cui Lecornu, già ministro della guerra, ne è mero paredro - ormai di tutta l'umanità) è l’<< unione apofatica >>, cioè a dire l’agglutinazione di tutti coloro che si oppongono al Centro – l’algida banchisa di Cocito ove, incastrato a mezzo busto, il Ceo di BlackRock aut similia tutto domina e ghiaccia, col moto rotatorio delle proprie ali vellute –, indipendentemente dalla loro collocazione catafatica. Socialisti e Liberali, Tories e Whigs, Repubblicani o Democratici, o comunque si chiamino nelle rispettive colonie dell’impero equoreo angloamericano, sono semplicemente le maschere, le dramatis personae, le marionette date in pasto all’opinione pubblica lotofaga nella drammatizzazione dell’agone politico, affettato e affatturante.

  2. L’ostacolo maggiore a tale convergenza degli eterodossi periferici è l’ideologia o addirittura la filosofia post-marxista, l’aprioristico loro, e il perdente, ostracismo verso quelle forze politiche considerate “2 gradi lontane rispetto all’empireo socialista”, 2 gradi distanti epperò meno propinque dei liberal-borghesi (quindi della “struttura salariale”) alla Draghi, Monti, Macron. No, qui non si dà teleologia linear-evoluzionistica hegeliana, non si dà la primazialità della struttura e dei rapporti di forza interclassiali, qui si dà il Male, da un lato, e le Forze che Resistono, catecontiche, al Male, dall’altro. La Borghesia va combattuta anzitutto entro orizzonti “sovrastrutturali”: assiologico, morale, culturale, antropologico e financo metafisico, almeno per coloro che ci credono; solo dipoi sul piano della materia, del danaro e dei mezzi per produrlo.

Se qualche Oresnick pioverà sulle nostre teste, la colpa sarà dei socialisti, ovvero, ormai, dei liberal-progressisti, ma anche dei vari partiti fintamente antagonisti e dell’inveterata ideologia hegelo-marxista, come nel caso del movimento di Mélenchon.