Orizzonte Altro
Diurnalia

L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

La supercazzola di Friedrich Merz,
il fiduciario di BlackRock
29 maggio 2025
Le luci del proscenio in questi giorni disadombrano il cancelliere tedesco, obnubilando al contempo il futuro della “sua” nazione.

Dopo le spacconate del novello Napoleone, la cui intemperante settuagenaria Giuseppina ha rimesso recentemente al proprio posto di “maschio dominante” (forse gelosa per la recente fuitina con vizietto – e forse financo vizio colombiano – in quel di Kiev), è, dunque, il turno del novello Bismarck nell’alzare i toni dello scontro.

Premettiamo come, a nostro intendere, sia completamente nell'oggi errata l’interpretazione geopolitica classica, post-vestfaliana, in stile Limes: “la Francia vuole tornare a giocare un ruolo internazionale primario”, piuttosto che: “La Germania vuole tornare a essere la nazione leader Ue anche in politica estera”. Questa gente ha smesso di servire gli interessi delle proprie nazioni decenni fa. Gli stati nazione in Occidente hanno smesso di esistere almeno dal 1945. Non sono le nazioni a muoversi sul Risiko del mondo, bensì le Corporations multi-nazionali private, le Lobby e i rispettivi interessi.

Macron fu managing director presso la banca d'affari Rothschild & Co. Friedrich Merz fu presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock Germany.

Non la Germania dunque, non la Francia, bensì è la Superclass dell’oligarchia finanziaria internazionale (cioè a dire il cancro gangliforme con epicentro tra la City e NY e tentacoli ovunque) a muoversi, sempre più isterica e inquieta.

L’aver spostato le proprie pedine direttamente nei centri di comando e potere politico, come già Monti e Draghi da noi, è semplicemente il segno che sta traballando il loro potere di presa globale, o piuttosto naufragando il loro sogno di tutto soggiogare, nello spazio e persino nel tempo, conformando il reale a immagine e somiglianza di un credo confuso, perverso, antistorico e antiumano (non a caso Sombart definì il borghese “colui che cammina con le mani”) (già, un credo, poiché non è solo la pleonexia platonica o la cupidigia dantesca a muovere codesti novelli Über-Händler, bensì un’ideologia appunto anzitutto contraddittoria: nichilista e super-umanista, rancorosa e superba, frutto probabilmente di un deficit biologico e di un senso di inadeguatezza esistenziale supercompensato in hybristico delirio di onnipotenza sulla natura e sugli uomini attraverso il danaro e la tecnica… ). Sono questi, infatti, anche da un punto di vista personale, uomini deboli, preda del vizio e della dipendenza, totalmente privi di Gravitas e Lontananza, contrariamente a colui che probabilmente odiano anche sul piano personale, proprio poiché antropologicamente opposto a loro (ricordando ancora Sombart: Händler und Helden, Merz und Putin).

Ebbene, la Superclass, per voce del suo fiduciario tedesco, dichiara ora di voler “aiutare gli ucraini a casa loro”, costruendo lì in loco le super-armi, i nuovi Vergeltungswaffe 2.0 che spezzeranno le reni alla Russia profonda: mentre permane l’incertezza sulla fornitura dei Taurus (dopo la smentita del suo vice) – cioè di qualcosa che già esiste – l’altra mano sopra il banco (di questi moderni cambiavalute, già oggetto dell’ira dantesca) si muove e mostra alla pubblica opinione la costruzione di – future – nuove superarmi (dopo i superLeopard, che bruciano sulle steppe come benzina nel sole di luglio…).

Perché sono farneticazioni:

  1. Aprire ex novo uno stabilimento produttivo – o riadattarne uno già esistente (sempre se qualcosa di vagamente industriale lì ancora per-siste..) – in grado di realizzare missili ipersonici a lunga gittata, è abbastanza agile comprendere non si possa fare in 6 mesi, e non è del tutto certo se e cosa resterà dell’Ucraina tra 2 anni.

  2. Come i recenti bombardamenti hanno patentemente dimostrato (perlomeno a chi vuole vedere e non crede che la contraerea abbatta i missili col terreno, come quello che parava i pugni col naso… ), l’Ucraina ovvero l’Occidente non ha più alcun sistema d’arma difensivo efficace neppure contro i droni pesanti Geran2 modificati, figuriamoci con gli Iskander, figuriamoci con l’Oreshnik. Questo significa che non faranno in tempo neppure a mettere la prima pietra della fabbrica, che tutto diverrà cenere e polvere, compresi, purtroppo, i tecnici tedeschi. Quindi parlarne adesso urbi et orbi è una mera supercazzola che serve solo a non accettare la realtà della sconfitta. A rilanciare, a supercompensare, appunto.

  3. Anche qualora fornissero i Tarus, questi non si vede perché dovrebbero essere diversi dagli Himars yankee o dagli Scalp del toyboy, o dai Leopard, dagli Abrams o dai Challenger, cambiando radicalmente le sorti di un conflitto già perduto (come a punto le ultime super-armi nelle farneticazioni crepuscolari di Goebbels): non c’è niente che noi possiamo fornite loro per scalare il conflitto (altrimenti glielo avremmo semplicemente già fornito…). E questo sul semplice piano qualitativo, perché anche da un punto di vista quantitativo siamo messi male… se va bene possono fornire loro un centinaio di Taurus, di cui probabilmente la metà verranno distrutti nei porti, come di recente a Odessa, un altro 40% in volo; i 10 che forse arriveranno in territorio russo (e i russi ne lanciano a decine in ogni ondata di emuli, per comprendere la dimensione di scala) potranno fare purtroppo solo vittime civili (perché le zone di produzione industriale russa sono troppo distanti per essere raggiunte) e forse trascinare la Russia, provocata, verso ulteriori escalation, ma forse è proprio ciò in cui essi confidano, in un muoia “Sansone con tutti i filistei” in cui sperano di salvarsi, cioè di salvare il loro folle e panomicidiario disegno di cui sopra.