Orizzonte Altro
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L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

Hegel, il conflitto ucraino e l’ipocrisia di Meloni (& Co.)
15 luglio 2025
Quando, il 10 luglio scorso, è iniziata la cosiddetta Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, al soggetto Ucraina appartenevano le seguenti predicazioni:

Ucraina = “n località + le seguenti sotto elencate”:

Nel Sud-Ovest del Donetsk:

Nella zona di Lyman

Nella zona o fianco sud di Kostiantynivka, a nord-ovest rispetto a Toretsk

Nella zona dell’agglomerato Pokrovsk-Myrnohrad*

Nella Regione di Sumy

Nell’Oblast di Charkiv

 

Ad oggi, 5 giorni dopo l’inizio dei lavori della Conferenza di Roma, al soggetto Ucraina appartiene esclusivamente la predicazione: “n località”.

Nella Wissenschaft der Logik, Hegel espose magistralmente, risistematizzandole, le categorie attraverso le quali, da Aristotele in poi, è inquadrabile concettualmente l’Essere sicché l’essere degli enti.

Tra esse, la categoria della qualità determina l’aspetto dell’ente, la sua determinatezza o distintività.

La quantità, al contrario, predica degli enti la dimensione misurabile, indicandone la proprietà dell’estensione materica riducibile a numero.

Nondimeno, quantità e qualità – diversamente dalla concezione aristotelica, che le indicava come irriducibili l’un l’altra – hanno un punto di intersezione: la quantità di un soggetto si può tendere o contrarre sino a incontrare il limite del cambiamento di qualità.

La questione è molto semplicemente esemplificabile con la disqualità della calvizie: a quest’uomo (soggetto) è predicabile l’attribuzione di “crinito”. La sua qualità è la crinitudine.

Poniamo che quest’uomo crinito abbia 10 miliardi di capelli.

Ora poniamo che quest’uomo crinito perda 10 capelli, il suo soggetto subisce una modificazione sul piano della quantità (giacché 10mld non è 10mld – 10). E, tuttavia, la sua qualità rimane intatta: egli permane crinito.

Ma ora poniamo che perda 9 mld di capelli. Con 1 mld di capelli in testa (modificazione sul piano della quantità), permane forse egli nella qualità del crinito, forse ancora possiede codesta predicazione?

Evidentemente no: una modificazione sul piano della quantità ha determinato una modificazione sul piano della qualità: quest’uomo, ora, è calvo. Ebbene, sino a quanti insediamenti e territori l’Ucraina potrà perdere permanendo ancora Ucraina?

Non si può dare alcuna risposta certa, determinata. Ciò, nonpertanto, su cui possiamo fare incontrovertibile affermazione è, al contempo, l’impossibilità di ricostruire quanto non ti appartiene, e l’impossibilità di determinare la qualità di un soggetto che scorre sul pianto della modificazione della propria quantità.

La soggettualità Ucraina ogni giorno vede e vedrà contrarsi l’hexis, il possesso della quantità che ne costituisce la qualità statuale, e ciò sino a che incontrerà il proprio limite di qualità, soglia superando la quale transmuterà semplicemente in altro (e si parlerà della ricostruzione della Leopolitania...)

Ogni sproloquiare di ricostruzione, sic stantibus rebus, è, pertanto, qui ed ora, semplicemente una presa in giro. Chi lo afferma ritiene semplicemente stolto colui a cui ne sta illustrando i dettagli, addirittura indicandone determinazione sul piano della quantità.


* [I russi sono a 2km circa dall’ultima via di rifornimento dell’agglomerato (le altre strade sono già stata occupate), nei pressi di Rodynske: caduta quest’ultima congiunzione col resto della nazione ancora controllato dagli ucraini, le due città risulteranno completamente tagliate fuori dai rifornimenti (alimentari e militari), isolate e accerchiate: speriamo che i maggiorenti dell’esercito – perduta ogni speranza sulla lungimiranza dell’attuale loro classe dirigente – abbiano il buon senso di ritirare i militari lì presenti, e in discreto numero, prima che ciò avvenga]. Questa strategia dell’isolamento logistico è scelta dai russi per evitare il combattimento urbano nei grandi e nei medi centri, e ciò sia al fine di limitare le perdite del proprio esercito [nel combattimento casa per casa la superiorità schiacciante dell’artiglieria russa sarebbe, se non annullata, per lo meno contratta], sia al fine di limitare le perdite tra i civili residenti [che, a quanto pare, non vogliono andarsene, come da ordine ucraino, per attendere l’arrivo dei russi che, non dubitiamo, in quelle zone russofone e russofile, siano percepiti come liberatori).