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Filosofica del 900
Rivoluzione
Conservatrice

Categorie
Rivoluzione
Conservatrice
Werner Sombart

Il Capitalismo
moderno
1902


Edizione originale: Der moderne Kapitalismus
Edizione italiana: Ledizioni Ledipublishing, Milano 2020
In, Alberto Iannelli, Dieci saggi sulla Rivoluzione Conservatrice, Orizzonte Altro Edizioni, 2023
Testo originale
► ► ►
In altre occorrenze del nostro dire, indicammo nell’elevazione contro l’orizzonte a noi coevo d’occorrenze pregresse d’alterità, il vettore apofatico-retrorso d’oltrepassamento del medesimo intorno invece sé-ponente tanto ineccepibile quanto intrascendibile. Infatti, precisamente poiché il discorso del nostro Tempo su di sé, transponendo la propria giurisdizione immediata ossia coerente di presa al di là dell’attuosità storica sua, pretende di ricomprendervi la stessa eccedenza diacronica, a cui impone, per sussistere, il tributo dell’adeguazione ovvero dell’omologazione (Méthexis als durch Vermittlung), affermare: “un mondo radicalmente differente è possibile, perché questo altro mondo così è stato”, innalza il più atro dei vessilli polemici, disadombrando congiuntamente l’immanente contraddizione di quell’epoca o discendenza cronide, identitariamente la nostra estrema, che distingue il sé da tutte le altre temporalizzazioni o partizioni destinali antecedenti – precisamente così storicizzandosi (Geschehen) dunque concretando il dispiegarsi (Entfaltung) della Dissecazione originaria (Erschlossenheit, Urteilung, Cháos, Chásma) – proprio nell’atto dell’allogarsi oltre la dipendenza stessa dal Tempo (Amethektos), al di là di esso ebbene presso l’apeiria o aoristia sinechiale (perì pánta kalýptoi), quindi nell’impossibile, a punto giacché immediatamente autocontraddittoria (makrèn karcharόdonta), indipendenza dalla Seinsgeschichte (l’autentico [] Hèn).

Da ciò com-mossi, adergiamo presti, ostendendolo nondimeno con marziale cadenza, in accordo al solenne dispiegarsi del Concetto, il monumentale labaro di Werner Sombart, veementemente contestatario dell’odierno orizzonte tanto, per aderenza disciplinare, nei riguardi dell’economico, quanto, per inerenza inferenziale, dello storico e dell’antropologico. Compariamo dunque le posizioni ultra-posizionali e le proposizioni presuntivamente anapodittiche del nostro Zeitgeist universalistico, da noi prosopopeicamente evocato e sunteggiato quale categoriale affermativo in premessa maggiore, con il controcanto sombartiano, disvelativo ovvero dimostrativo (από–δειξις) della particolarità dunque della mendacità di ogni apofansi a carattere ecumenico – persino sub specie temporis – avanzata dal discorso invece distintivamente tardo-faustiano.

nT = Posizione universalistica del nostro Tempo
iS = Ipercalisse sombartiana

> Principio di copertura del bisogno Vs Principio acquisitivo

nT: "Ogni uomo brama trasgredire le regole, oltrepassare la tradizione e la sclerosi dell’avito lascito, sovvertire penati e altari, d’ogni legge in fondativa inimicizia e d’ogni fede, “rompere gli schemi (Tutti gli stilemi retorici del moderno marketing non sono altro, invero, che “faustismi d’accatto”, inconcepibili per l’anima olimpico-apollinea tanto quanto il calcolo infinitesimale di Leibniz, ovvero traducono il sentire dell’anima giapetide-gotica, sitibonda d’escatia e già creatrice di guglie, cupole prospettiche e fughe contrappuntistiche, nei claim che ramificano presso la civilizzazione – meccanica, artificiale o senza-anima – dell’Emporeutico e del Manchesteriano, in cui le produzioni sorgive di quella Seele che fu titanica vengono reificate negli slogan senescenti e seduttivi che inducono al consumo edonista, individualista, eleuteromane, anticonformista)”

iS: L’“eresia” in quanto tale, quindi indipendentemente dalla confessione stessa di volta in volta considerata eretica, è stata chiaramente un importante vivaio di imprenditorialità capitalistica, poiché rafforzava potentemente l’interesse al guadagno e favoriva le doti commerciali. Le ragioni di ciò sono evidenti: esclusi dalla partecipazione alla vita pubblica, gli eretici non potevano che estrinsecare tutta la loro forza vitale nell’economia. Soltanto questa offriva loro la possibilità di procurarsi quella posizione di rilievo nella comunità che lo stato negava loro […]. Era logico dunque che questi eretici si dedicassero con particolare fervore nel periodo dell’inizio del capitalismo proprio alle imprese capitalistiche, poiché queste permettevano maggiori successi e offrivano il mezzo più sicuro per raggiungere la ricchezza e quindi il prestigio sociale. Perciò appunto in quei periodi critici, quindi prevalentemente dal XVI al XVIII secolo, li troviamo dappertutto ai primi posti come banchieri, grandi commercianti, industriali. I commerci, the trade, erano addirittura dominati da loro. Già durante quei secoli gli osservatori più acuti notarono subito il nesso fra questi fenomeni […]. Quindi, che in questi ambienti degli “esclusi”, il significato della ricchezza fosse più importante che, a parità di circostanze, in altri strati della popolazione, (è) perché per costoro il denaro significava l’unica via al potere […]. Nella struttura del capitalismo, inoltre, è spontaneo il favore col quale viene accolta ogni innovazione che renda possibile o necessaria una nuova invenzione. Al contrario di altri sistemi economici, per esempio l’artigianato, che è per sua natura ostile alle innovazioni e quindi agli inventori in quanto ogni cambiamento tecnico comporta un onere indesiderato, il capitalismo è avido di innovazioni sia per eliminare con il loro aiuto la concorrenza, sia per fondare nuove imprese sulla loro base, sia – soprattutto” per saziare con l’applicazione di nuovi (redditizi) procedimenti la sua aspirazione interna a profitti supplementari […]. Uno dei tratti inconfondibili dell’epoca del capitalismo maturo è costituito senz’altro dal frequente mutamento degli oggetti verso i quali sono indirizzati i bisogni. Questo mutamento si manifesta sia in riferimento ai mezzi di produzione che ai beni di consumo […]. Nella maggior parte dei casi tuttavia l’uomo moderno non si ostina a desiderare gli oggetti del passato. Nella maggior parte dei casi egli desidera cambiare, prova gioia nel mutamento, e quindi rafforza di spontanea volontà la tendenza originata dalla tecnica all’innovazione frequente. Il senso di crescere insieme agli oggetti comuni di uso quotidiano, quale era proprio delle generazioni del passato, gli è completamente estraneo. In occasione delle sue nozze d’argento egli rinnova completamente l’arredamento della sua casa senza essere ostacolato da alcun sentimento di devozione e fedeltà. La sua libertà da ogni legame interiore, il suo nervosismo, la sua inquietudine fanno sì che egli non avverta con disagio, ma piuttosto come un mezzo per aumentare il proprio senso di benessere, il mutamento nell’ambiente delle cose che lo circondano […]. Dove i produttori si mettono all’opera per inventare qualcosa di nuovo, dove case di confezioni o fabbricanti di tessuti assumo propri disegnatori e infine soprattutto in quelle ditte che esistono soltanto per fornire agli altri delle novità, in tutti questi casi siamo di fronte a una fucina per la creazione di una vera e propria febbre di innovazione. Ci si morde le unghie e ci si rompe il cervello per poter sempre di nuovo gettare sul mercato – e questo è l’elemento essenziale – qualcosa di nuovo.

> L’aítion del lusso: celebrazione comunitaria Vs reificazione a vettore individuale

[…]

> Il tempo della comunità e dell’esistenza storica Vs il tempo del soggetto biologico e della vita naturale

[…]

> Ortodossia, conservazione della tradizione (Mos maiorum), mimesi, cura, fedeltà e devozione Vs Eterodossia, iconoclastia, isterica e inquieta modernolatria (épater avec le nouveau) ovvero edace innovazione a propulsione infinita.

[…]

> Blut und Boden Vs Heimatlosigkeit

[…]

> Gemeinschaft Vs Gesellschaft, Organicismo Vs Meccanicismo, Stato-Nazione Vs Mercato-globale, Comunità, Ceto e Corporazione Vs Individuo, Classe e Contratto

[…]

> La Diade eraclitea Freund und Feind Vs l’Uno eleatico della Fraternità Universale

[…]

> Libertà positiva o mediale (causa efficiente, “libertà-per”) Vs libertà negativa o teleonomica (causa finale, “libertà-da”)

[…]

Per non indulgere presso un’elencazione epifenomenica specularmente smisurata, lasciamo alle competenze analitico-inferenziali dei nostri cortesi lettori il disvelamento delle molteplici occorrenze e delle multidisciplinari attraverso le quali appare, nell’orizzonte dell’Oggi, la posizione teoretica – tanto contraddittoria nella propria dipendenza dal medesimo intorno odierno, quanto, affatto sovente, fraudolenta e interessata – che depone nell’essenza dell’Esserci contenuti universali e metastorici. Tratteggiato pertanto il vettore elenctico di confutazione per ogni apofansi che pone (actu exercito) l’indipendenza e l’irrelazione (actu signato) tanto del posto (Physis, der Realität oder des Seins) dall’attuosità tetica di questo stesso ponente individuale (Geist) ovvero escate, quanto della categorialità medesima dell’Homo dalla Teticità trascendentale (Begriff) ovvero dalla Storia del Tetico (Absoluter Übergang), è ora nostro compito dare fondazione alla predicazione antitetica, alla posizione ossia secondo la quale il trionfante universalismo über-kulturell moderno e ancor più postmoderno discende e dipende dallo Zeitgeist tardo-faustiano. Nondimeno, per adeguatamente corrispondere a tale Aufgabe refutativo, non possiamo limitarci a indicare l’effige e la dimora che l’Oggi acquisisce lungo il Sentiero del Giorno (la summenzionata Seinsgeschichte), giacché ne lasceremmo così infondate ascendenza genealogica ed eziologia, il “da dove” epperò proviene l’Odierno e il “perché” sopraggiunge siffatto suo eĩdos, e non altro.

[…]

Orbene, ulteriormente dispiegata la scaturigine dell’Oggi e del “tipo bio-psichico d’uomo” (Max Scheler) nell’Oggi predominante, ritorniamo all’analisi genealogica del Capitalismo Moderno magistralmente esposta nel grandioso volume sombartiano: proprio nella diagnosi circa il rampollamento bi-cefalo del medesimo sistema economico anglosassone, infatti, risiede, a parer nostro, il più grande lascito e il più fertile per comprendere il nostro Tempo, pur già eccedente in turgore l’intorno stesso che fu dell’economista sassone.
  1. Il portato dello Zeitgeist, la fonte storica: die faustische Seele

  2. […]

  3. Il fattore funzionale: l’anima del calcolo, della trattativa, del contratto; l’essere nel mondo emporeutico o dell’inautenticità dell’arte acquisitiva (Chrematistiké)

  4. […]

  5. La sintesi tra il Sentiero del Giorno e la tripartizione destinale

  6. […]

© Orizzonte
Altro

Categorie
Rivoluzione
Conservatrice
Werner Sombart
Il Capitalismo moderno
1902

Edizione originale: Der moderne Kapitalismus
Edizione italiana: Ledizioni Ledipublishing, Milano 2020
In, Alberto Iannelli, Dieci saggi sulla Rivoluzione Conservatrice, Orizzonte Altro Edizioni, 2023
Testo originale ► ► ►

In altre occorrenze del nostro dire, indicammo nell’elevazione contro l’orizzonte a noi coevo d’occorrenze pregresse d’alterità, il vettore apofatico-retrorso d’oltrepassamento del medesimo intorno invece sé-ponente tanto ineccepibile quanto intrascendibile. Infatti, precisamente poiché il discorso del nostro Tempo su di sé, transponendo la propria giurisdizione immediata ossia coerente di presa al di là dell’attuosità storica sua, pretende di ricomprendervi la stessa eccedenza diacronica, a cui impone, per sussistere, il tributo dell’adeguazione ovvero dell’omologazione (Méthexis als durch Vermittlung), affermare: “un mondo radicalmente differente è possibile, perché questo altro mondo così è stato”, innalza il più atro dei vessilli polemici, disadombrando congiuntamente l’immanente contraddizione di quell’epoca o discendenza cronide, identitariamente la nostra estrema, che distingue il sé da tutte le altre temporalizzazioni o partizioni destinali antecedenti – precisamente così storicizzandosi (Geschehen) dunque concretando il dispiegarsi (Entfaltung) della Dissecazione originaria (Erschlossenheit, Urteilung, Cháos, Chásma) – proprio nell’atto dell’allogarsi oltre la dipendenza stessa dal Tempo (Amethektos), al di là di esso ebbene presso l’apeiria o aoristia sinechiale (perì pánta kalýptoi), quindi nell’impossibile, a punto giacché immediatamente autocontraddittoria (makrèn karcharόdonta), indipendenza dalla Seinsgeschichte (l’autentico [] Hèn).

Da ciò com-mossi, adergiamo presti, ostendendolo nondimeno con marziale cadenza, in accordo al solenne dispiegarsi del Concetto, il monumentale labaro di Werner Sombart, veementemente contestatario dell’odierno orizzonte tanto, per aderenza disciplinare, nei riguardi dell’economico, quanto, per inerenza inferenziale, dello storico e dell’antropologico. Compariamo dunque le posizioni ultra-posizionali e le proposizioni presuntivamente anapodittiche del nostro Zeitgeist universalistico, da noi prosopopeicamente evocato e sunteggiato quale categoriale affermativo in premessa maggiore, con il controcanto sombartiano, disvelativo ovvero dimostrativo (από–δειξις) della particolarità dunque della mendacità di ogni apofansi a carattere ecumenico – persino sub specie temporis – avanzata dal discorso invece distintivamente tardo-faustiano.

nT = Posizione universalistica del nostro Tempo
iS = Ipercalisse sombartiana

> Principio di copertura del bisogno Vs Principio acquisitivo

nT: "Ogni uomo brama trasgredire le regole, oltrepassare la tradizione e la sclerosi dell’avito lascito, sovvertire penati e altari, d’ogni legge in fondativa inimicizia e d’ogni fede, “rompere gli schemi (Tutti gli stilemi retorici del moderno marketing non sono altro, invero, che “faustismi d’accatto”, inconcepibili per l’anima olimpico-apollinea tanto quanto il calcolo infinitesimale di Leibniz, ovvero traducono il sentire dell’anima giapetide-gotica, sitibonda d’escatia e già creatrice di guglie, cupole prospettiche e fughe contrappuntistiche, nei claim che ramificano presso la civilizzazione – meccanica, artificiale o senza-anima – dell’Emporeutico e del Manchesteriano, in cui le produzioni sorgive di quella Seele che fu titanica vengono reificate negli slogan senescenti e seduttivi che inducono al consumo edonista, individualista, eleuteromane, anticonformista)”

iS: L’“eresia” in quanto tale, quindi indipendentemente dalla confessione stessa di volta in volta considerata eretica, è stata chiaramente un importante vivaio di imprenditorialità capitalistica, poiché rafforzava potentemente l’interesse al guadagno e favoriva le doti commerciali. Le ragioni di ciò sono evidenti: esclusi dalla partecipazione alla vita pubblica, gli eretici non potevano che estrinsecare tutta la loro forza vitale nell’economia. Soltanto questa offriva loro la possibilità di procurarsi quella posizione di rilievo nella comunità che lo stato negava loro […]. Era logico dunque che questi eretici si dedicassero con particolare fervore nel periodo dell’inizio del capitalismo proprio alle imprese capitalistiche, poiché queste permettevano maggiori successi e offrivano il mezzo più sicuro per raggiungere la ricchezza e quindi il prestigio sociale. Perciò appunto in quei periodi critici, quindi prevalentemente dal XVI al XVIII secolo, li troviamo dappertutto ai primi posti come banchieri, grandi commercianti, industriali. I commerci, the trade, erano addirittura dominati da loro. Già durante quei secoli gli osservatori più acuti notarono subito il nesso fra questi fenomeni […]. Quindi, che in questi ambienti degli “esclusi”, il significato della ricchezza fosse più importante che, a parità di circostanze, in altri strati della popolazione, (è) perché per costoro il denaro significava l’unica via al potere […]. Nella struttura del capitalismo, inoltre, è spontaneo il favore col quale viene accolta ogni innovazione che renda possibile o necessaria una nuova invenzione. Al contrario di altri sistemi economici, per esempio l’artigianato, che è per sua natura ostile alle innovazioni e quindi agli inventori in quanto ogni cambiamento tecnico comporta un onere indesiderato, il capitalismo è avido di innovazioni sia per eliminare con il loro aiuto la concorrenza, sia per fondare nuove imprese sulla loro base, sia – soprattutto” per saziare con l’applicazione di nuovi (redditizi) procedimenti la sua aspirazione interna a profitti supplementari […]. Uno dei tratti inconfondibili dell’epoca del capitalismo maturo è costituito senz’altro dal frequente mutamento degli oggetti verso i quali sono indirizzati i bisogni. Questo mutamento si manifesta sia in riferimento ai mezzi di produzione che ai beni di consumo […]. Nella maggior parte dei casi tuttavia l’uomo moderno non si ostina a desiderare gli oggetti del passato. Nella maggior parte dei casi egli desidera cambiare, prova gioia nel mutamento, e quindi rafforza di spontanea volontà la tendenza originata dalla tecnica all’innovazione frequente. Il senso di crescere insieme agli oggetti comuni di uso quotidiano, quale era proprio delle generazioni del passato, gli è completamente estraneo. In occasione delle sue nozze d’argento egli rinnova completamente l’arredamento della sua casa senza essere ostacolato da alcun sentimento di devozione e fedeltà. La sua libertà da ogni legame interiore, il suo nervosismo, la sua inquietudine fanno sì che egli non avverta con disagio, ma piuttosto come un mezzo per aumentare il proprio senso di benessere, il mutamento nell’ambiente delle cose che lo circondano […]. Dove i produttori si mettono all’opera per inventare qualcosa di nuovo, dove case di confezioni o fabbricanti di tessuti assumo propri disegnatori e infine soprattutto in quelle ditte che esistono soltanto per fornire agli altri delle novità, in tutti questi casi siamo di fronte a una fucina per la creazione di una vera e propria febbre di innovazione. Ci si morde le unghie e ci si rompe il cervello per poter sempre di nuovo gettare sul mercato – e questo è l’elemento essenziale – qualcosa di nuovo.

> L’aítion del lusso: celebrazione comunitaria Vs reificazione a vettore individuale

[…]

> Il tempo della comunità e dell’esistenza storica Vs il tempo del soggetto biologico e della vita naturale

[…]

> Ortodossia, conservazione della tradizione (Mos maiorum), mimesi, cura, fedeltà e devozione Vs Eterodossia, iconoclastia, isterica e inquieta modernolatria (épater avec le nouveau) ovvero edace innovazione a propulsione infinita.

[…]

> Blut und Boden Vs Heimatlosigkeit

[…]

> Gemeinschaft Vs Gesellschaft, Organicismo Vs Meccanicismo, Stato-Nazione Vs Mercato-globale, Comunità, Ceto e Corporazione Vs Individuo, Classe e Contratto

[…]

> La Diade eraclitea Freund und Feind Vs l’Uno eleatico della Fraternità Universale

[…]

> Libertà positiva o mediale (causa efficiente, “libertà-per”) Vs libertà negativa o teleonomica (causa finale, “libertà-da”)

[…]

Per non indulgere presso un’elencazione epifenomenica specularmente smisurata, lasciamo alle competenze analitico-inferenziali dei nostri cortesi lettori il disvelamento delle molteplici occorrenze e delle multidisciplinari attraverso le quali appare, nell’orizzonte dell’Oggi, la posizione teoretica – tanto contraddittoria nella propria dipendenza dal medesimo intorno odierno, quanto, affatto sovente, fraudolenta e interessata – che depone nell’essenza dell’Esserci contenuti universali e metastorici. Tratteggiato pertanto il vettore elenctico di confutazione per ogni apofansi che pone (actu exercito) l’indipendenza e l’irrelazione (actu signato) tanto del posto (Physis, der Realität oder des Seins) dall’attuosità tetica di questo stesso ponente individuale (Geist) ovvero escate, quanto della categorialità medesima dell’Homo dalla Teticità trascendentale (Begriff) ovvero dalla Storia del Tetico (Absoluter Übergang), è ora nostro compito dare fondazione alla predicazione antitetica, alla posizione ossia secondo la quale il trionfante universalismo über-kulturell moderno e ancor più postmoderno discende e dipende dallo Zeitgeist tardo-faustiano. Nondimeno, per adeguatamente corrispondere a tale Aufgabe refutativo, non possiamo limitarci a indicare l’effige e la dimora che l’Oggi acquisisce lungo il Sentiero del Giorno (la summenzionata Seinsgeschichte), giacché ne lasceremmo così infondate ascendenza genealogica ed eziologia, il “da dove” epperò proviene l’Odierno e il “perché” sopraggiunge siffatto suo eĩdos, e non altro.

[…]

Orbene, ulteriormente dispiegata la scaturigine dell’Oggi e del “tipo bio-psichico d’uomo” (Max Scheler) nell’Oggi predominante, ritorniamo all’analisi genealogica del Capitalismo Moderno magistralmente esposta nel grandioso volume sombartiano: proprio nella diagnosi circa il rampollamento bi-cefalo del medesimo sistema economico anglosassone, infatti, risiede, a parer nostro, il più grande lascito e il più fertile per comprendere il nostro Tempo, pur già eccedente in turgore l’intorno stesso che fu dell’economista sassone.

  1. Il portato dello Zeitgeist, la fonte storica: die faustische Seele

  2. […]

  3. Il fattore funzionale: l’anima del calcolo, della trattativa, del contratto; l’essere nel mondo emporeutico o dell’inautenticità dell’arte acquisitiva (Chrematistiké)

  4. […]

  5. La sintesi tra il Sentiero del Giorno e la tripartizione destinale

  6. […]