L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo
Il Trattato passò alla storia come l’archetipo della spartizione – dall’alto – tra potenze, che tradisce le aspirazioni – dal basso – dei popoli: i maggiorenti francesi subordinarono l’affermazione degli ideali rivoluzionari ai loro disegni di conquista. Nel celebre incipit dell’Ortis foscoliano, si legge: << Il sacrificio della patria nostra è consumato >>.
Negli stessi giorni dell’aggressione illegale israeliana condotta contro la sovranità di una nazione riconosciuta come tale dall’Onu, si è svolto a San Pietroburgo il Forum economico “internazionale”, ovvero il G7 dei cosiddetti Brics+.
Da diversi decenni, molti sono gli eventi sovranazionali in cui diversi Stati non occidentali si riuniscono per cercare vie cooperative alternative in ambito economico, strategico, culturale, politico, militare.
Questa sinergia e “corrispondenza di amorosi sensi”, per tornare al nostro grande poeta, ha trovato sistematizzazione concettuale nella teoria del mondo multipolare, echeggiante il concetto di Großraum schmittiano.
Proviamo ad abborracciarne un manifesto:
Bene, ora veniamo a come, noi occidentali non conciliati col mondo realizzato a immagine e somiglianza della Superclass anglosassone, sicché coi valori dei bottegai e dei mercanti inglesi (evidentemente ormai con forti sinergie messianico-fanatiche israelitiche) dobbiamo posizionarci relativamente a questo tentativo di cambiare il Nomos della Terra, dal globalismo unipolare al multipolarismo di cui sopra.
Personalmente, tutti i non conciliati non possono che vederlo con favore, nell’unica via di lotta che nell’oggi ancora ci è concessa, la cosiddetta via apofatica: noi stiamo con tutti coloro che ostano ciò che noi ostiamo.
Un altro grande poeta italiano scrisse: << Codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo >>.
Ma sono ed esclusivamente per codesta ragione. Non altre motivazioni, infatti, possono spingere un abitante dell’Europa a sostenere i Brics, se non questa.
Pertanto, in questo torno di anni e di giorni (oggi Putin incontrerà al Cremlino il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi) vedremo se davvero i Brics esistono in quanto alternativa, o se non sono niente. Ma, se non sono niente in quanto “sintesi categoriale”, diventano immediatamente un qualcosa le nazioni che li compongono, gli individui, e queste diventano semplicemente imperi che si contrappongono ad altri imperi, come appunto l’impero francese “rivoluzionario” di Napoleone e l’impero di antico regime austriaco. Ma, se così è e sarà, non vedo ragione per cui, in una eventuale contrapposizione conflittuale, un europeo dovrebbe sostenere un impero non europeo.
Per recuperare una celebre (e stupida) metafora che circolava al tempo delle trattative di Istanbul 25: l’impero unipolare ha fatto la sua scelta, la sua mossa, e ha contravvenuto a tutti o quasi i punti del manifesto Brics sopra accennato; ora la palla è nel campo del mondo multipolare.
Se il mondo multipolare, e anzitutto quegli attori con maggiore forza economica, industriale e militare, abbandoneranno l’Iran al proprio destino (come già la Siria e il popolo martoriato di Palestina) il mondo multipolare sarà solo una delle tante menzogne ideate dal potere nella storia, cioè a dire non sarà che niente, e nel niente condurrà le speranze “neo-foscoliane” di rivoluzione, qui in Occidente.
Ma, se così sarà, potrà tranquillamente andare, per quanto ci riguarda, per la propria strada.