Orizzonte Altro
Diurnalia

L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

JP Morgan e l’Occidente danno i numeri
26 maggio 2025
In una recente analisi, la banca d’affari yankee ha stilato quote percentuali di probabilità circa la risoluzione del conflitto ucraino, modellando 4 scenari e altrettanti modelli:

- 15%: niente Nato, l’Ucraina perde solo il 20% dei territori, presenza di militari occidentali. Lo chiamano modello sudcoreano

- 50%: tutta l’Ucraina ritorna nell’orbita russa (modello Georgia)

- 20%: niente Nato, ma rifornimento immane di armi e denari per costruire fortificazioni (modello Israele)

- 15%: Kiev capitola e la Russia distrugge il sistema mondiale costruito a Yalta (modello Bielorussia)

Alcune considerazioni succinte:

Il modello sudcoreano è semplicemente impossibile da un punto di vista meramente logico (è un’autocontraddizione): 0%. La condizione preliminare per la cessazione delle ostilità è infatti l’assenza di militari occidentali. Quindi finché ci saranno militari occidentali ci sarà il conflitto. Se i militari occidentali aumenteranno, aumenterà – esponenzialmente e non linearmente – semplicemente il conflitto.

Il modello israeliano (sperando che non si realizzi mai per i bimbi e le pediatre della Bucovina…) è parimenti impossibile per 2 ragioni tecniche: 1) già ad oggi gli occidentali hanno finito le armi da dare e il riarmo costerà loro 10 volte di più di quanto costerà alla Russia, perché noi abbiamo appaltato la difesa ai privati, e quando un bene ha mercato e la sua domanda carattere di urgenza, il mercato stesso – di cui JP è attore elettivo, eminenza grigia – alza il prezzo. 2) Solamente due giorni fa i russi hanno distrutto con un colpo di Iskander 2 sistemi Patriot da milioni di dollari: le nostre costose armi verrebbero semplicemente distrutte: 0%.

Il sistema mondiale costruito a Yalta è stato distrutto dalla talassocrazia anglosassone – di cui la nostra JP è architrave –, dalla superclass ovvero che pensava di aver adempiuto la storia e conquistato tanto lo spazio quanto il tempo del mondo. Quello che ora si sta cercando di costruire è, al contrario, il ritorno ad una Yalta allargata, dove diversi attori mondiali cercano un equilibrio – pur tensionale – nella gestione dell’unico mondo che abbiamo, ciascuno “egemone” solamente sul proprio grande spazio e senza più l’imposizione di un un unico modello (economico, politico, sociale, giuridico, morale, assiologico, culturale e financo comportamentale) a tutto il globo.

L’Occidente ha già perso, deve solo decidere se recedere dalla pretesa di dominare tutto il mondo, con le buone o con le cattive… ma che procomba – dallo scranno del mondo – è già la realtà che si fa storia sotto gli occhi – desti – di colui che la sa e vuole vedere (Trump o Biden, figliocci di Almirante o di Togliatti, non cambia nulla).

Quanto al conflitto, l’unica cosa che ci sentiamo di “prevedere” è che l’esito sarà deciso unilateralmente dalla Russia, l’Occidente ha GIÀ fatto tutto ciò che poteva fare, e questa totalità di potenza non ha scalfito la Russia (l’opzione atomica e l’opzione di truppe – ingenti – occidentali sul campo sono NON opzioni). Anche l’odierna decisione di aumentare la gittata dei missili tedeschi concessi all’Ucraina non farà altro che aggravare la situazione di quella martoriata nazione aumentando semplicemente il kilometraggio della zona cosiddetta cuscinetto, rischiando così che sia la profezia si Medvedev a realizzarsi (vedi foto), e non di JP.

La questione, nondimeno, per noi di maggiore auspicio e importanza, in clausola, è che i vari JP Morgan et similia comprendano che il tempo in cui la loro cùpida adunca mano artigliava il mondo è finito, se ne facciano una ragione e tramontino in pace; i dettagli li decideranno la storia e, purtroppo, gli eserciti.