L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo
La vanagloria, verbalizzata, dichiarava – nell’immediatezza stessa dello sgancio, con ancora più o meno gli ordigni in volo… - completamente distrutto il sito nucleare iraniano di Fordow.
Da qui, 3 giorni di ipertrofizzazione – a media unificati –dell’orgoglio occidentale ferito da ormai innumerevoli sconfitte (tra cui questa: nel giro di pochi giorni, Israele avrebbe finito la propria scorta di missili intercettori, e gli iraniani avevano – e hanno – ancora certamente migliaia di missili, di cui diverse centinaia ipersonici, che il celebre Iron Dome non riesce minimamente a intercettare, come dimostrato dai precedenti attacchi: avrebbero potuto devastare Israele in lungo e in largo, e gli Usa sarebbero stati costretti a intervenire per salvare la nazione simbiotica alla loro struttura di potere: da qui la farsa in stile wrestling dei bombardamenti e dei contro-bombardamenti alle basi Usa, fatti subito seguire da un lungimirante: “ E ora finiamola qui”).
Scesi i livelli ormonali degli occidentalomani, ora si possono trarre alcune considerazioni più razionali, sia tecniche che politiche:
- Notizia di oggi (Cnn) l’uscita di un report dell'intelligence del Pentagono secondo il quale, se va bene, questi attacchi hanno ritardato di qualche mese il programma nucleare (civile sino a prova contraria) iraniano;
- più tecnicamente, la “superbomba” del dott. Stranamore palazzinaro, testata nella sabbia dei loro deserti, penetra sino a circa -60m. Nel terreno roccioso delle montagne persiane, molti analisti (tra cui i russi, che quel bunker hanno contribuito a costruire) ne riducono del 50% la capacità penetrativa. Queste anche le stime di un ottimo commentatore italiano e del suo team, Gian Andrea Gaiani, direttore di AnalisiDifesa.it. È molto verosimile stimare, di contro, la profondità del bunker tra gli 80m e i 100m sotto la terra. Ergo, non gli hanno fatto praticamente nulla: hanno rotto solo alcuni dei non pochi tunnel di accesso (gli ascensori, per capirci);
- qualche giorno prima, immagini satellitare poi divulgare, hanno ripreso gli iraniani mentre portavano fuori dal sito ipogeo del materiale in seguito scoperto contenere circa 400kg di uranio arricchito (si stima attorno al 60%); evidentemente sono stati avvisati pro tempore dell’attacco;
- sempre secondo gli iraniani, vi sarebbero altri luoghi, ancora più recessi e remoti, dotati di turbine per l’arricchimento. Essendo i russi i detentori del know-how per arricchire e smaltire l’uranio, non è inverosimile pensare che questi 400kg possano essere stati trasportati e messi al sicuro in Russia.
Passando al piano politico, il ministro degli esteri iraniano Araghchi, di ritorno da Mosca, ha lasciato oggi intendere che l’Iran potrebbe sfilarsi dal trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), al quale sino a oggi ha aderito (diversamente da Israele), poiché questi non ha comunque protetto l’Iran dall’aggressione: perché rispettare la legge se chi non la rispetta (Israele) può agire impunemente contro coloro che la rispettano?
Ergo: se prima non aveva intenzione alcuna di dotarsi della deterrenza atomica, ora farà di tutto per possederla, l’Iran, come ogni altra nazione minacciata dall’imperialismo americano, avendo compreso come tale deterrenza sia l’unica garanzia di poter “campare tranquilli”.
Nice Strike Donald!!!!!!