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L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo
Il PD, ovvero quel partito che – dall’opposizione – un giorno sì e l’altro pure appella “fascisti” gli appartenenti al partito di maggioranza relativa sostenente il Governo che loro avversano, oggi corre come un cagnolino ubbidiente (e, a chi ubbidisca, è sopra dichiarato) a sostegno del Governo “fascista” medesimo, internamente se non lacerato, per lo meno come detto alle prese con una dialettica interna che una SANA opposizione dovrebbe lavorare per squarciare.
E, invece, ecco sùbiti e presti molto i gerarchi pifferari stracciarsi le vesti per rintuzzare ogni minino smarcamento politico e aiutare così il governo sbraitato a ogni piè sospinto esser “fascista”.
Un’opposizione sana – che, ripetiamo, chiama “fascisti” gli esponenti del partito di maggioranza del Governo che avversano – allorché, all’interno della compagine “fiduciaria”, uno dei tre partiti sostenitori esprime per lo meno perplessità circa la stupida follia di cui sopra, dovrebbe gettarsi di corsa a raccogliere la sponda eterodossa, e non genuflettersi nell’offrire una stampella di salvataggio all’ortodossia, come del resto fatto coi vari Monti, Draghi et similia.
Il re dei pifferai socialdemocratico-globalisti, sul colle – il presidente sicché di quella nazione che aggredì, quando realmente fascista, la Russia, e che cionondimeno paragonò recentemente Putin a Hitler – oggi, infatti, gentilmente si premunisce di ricordarci come la guerra di aggressione sia un crimine [«Da Gaza a Kiev, chi colpisce i civili non resti impunito. La guerra d'aggressione è un crimine» (Corriere)], dimenticandosi nonpertanto di chiosare “a meno che non siamo noi gli aggressori, i genocidiari, i devastatori di nazioni e popoli”: umilmente ci sentiamo di suggergli codesta glossa.
Concentosamente, il vice-re, il duca dei burocrati euroinomani in quota Pd, Paolo Gentiloni, gli fa eco e riverbero, ricordandoci che <<Kiev non deve restare sola>> (Repubblica). Vorremmo anche qui glossare affermando: magari, per loro, fossero rimasti soli e neutrali, sarebbe ancora un popolo e una nazione…
Diffidate del PD, diffidate degli ipocriti, diffidate dei farisei, dei sepolcri imbiancati.
La socialdemocrazia – tutta invero la filogenesi politica che va dal Partito Repubblicano e dai Radicali della prima repubblica, al PD della novella, coi suoi innumerevoli satelliti renziano-calendiani et similia – sono i maggiordomi (italiani) del Nuovo Ordine Mondiale; chi, nel 2025, ancora non lo ha compreso e continua imperterrito a votarli è, per lo meno, un dormiente eracliteo: satollo come bestia pasce nel giorno che sì muore.
Vorremmo chiudere questa amara e viepiù amara riflessione con la rammemorazione, ulteriore dalle nostre pagine, dell’assiologia – aristotelica – che guidò Dante nella Commedia, nell’ordinamento delle colpe e dei castighi inferi:
Appena prima dell’imo centro di Cocito, ove dimora Satana in persona (il N.O.M.), il fondo dell’imbuto malefico, “stavvi” Malebolgie, l’VIII cerchio.
Qui, nella VI bolgia, dimorano i dannati per ipocrisia:
Là giù trovammo una gente dipinta
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca e vinta.
Elli avean cappe con cappucci bassi
dinanzi a li occhi, fatte de la taglia
che in Clugnì per li monaci fassi.
Di fuor dorate son, sì ch’elli abbaglia;
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto,
che Federigo le mettea di paglia.
Oh in etterno faticoso manto!
Noi ci volgemmo ancor pur a man manca
con loro insieme, intenti al tristo pianto;
ma per lo peso quella gente stanca
venìa sì pian, che noi eravam nuovi
di compagnia ad ogne mover d’anca.
Gli ipocriti – Dante e Aristotele lo sapevano bene – sono peggiori degli assassini.