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L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

Esegesi della propaganda Nato (e Black Rock)
25 agosto 2025
Da: Corriere della Sera, Lorenzo Cremonesi, 25 agosto 2025

<< Viaggio a Kramatorsk, l'avamposto ucraino del Donbass fra droni, soldati e le poche famiglie rimaste: “I russi avanzano, ma resistiamo” >>

<< Se sentite il ronzio nell’aria è già troppo tardi", scherza, ma non troppo, una sentinella. "Significa che il drone kamikaze russo vi ha già individuato e tra pochi secondi colpirà l’abitacolo. Non fanno più differenze tra veicoli militari e civili, mirano su tutto quello che si muove >>

È notorio come i droni ucraini distinguano invece per genere, fede religiosa, appartenenza politica e financo per numero di capelli in testa… Andrebbe nondimeno spiegato alla sentinella di Kramatorsk (e al suo ventriloquo Nato), che per lo meno i droni russi agiscono in zona di guerra, mentre gli ucraini li gettano tranquillamente a Mosca e Pietroburgo “do cojo cojo”, ovvero in pieno stile terroristico per fare più vittime civili possibili.

<< Si vedono parecchi capannoni colpiti dalle bombe. Le fabbriche meccaniche Nkmz costruite in era sovietica sono invase dalle macerie, alcune fresche >>.

Ah, dunque non tirano agli asili… tirano alle fabbriche di armi e munizioni, che screanzati!

<< Il diktat di Putin. Venire a Kramatorsk significa incontrare una delle località che in questo momento sta al cuore della guerra tra ucraini e russi. È la città più importante della parte del Donbass ancora controllato dal governo di Kiev, circa il 25-30 per cento della regione. >>

Diciamo ormai pure il 18%…

<< Putin esige che diventi interamente russa in cambio di una parvenza di accordo di pace. In poche parole, gli ucraini dovrebbero abbandonare le linee che ancora difendono dal 2014. Il presidente Zelensky non ci sta e negli ultimi tempi si stanno combattendo furibonde battaglie che hanno portato le avanguardie russe a circa 16 chilometri dalle periferie orientali di Kramatorsk. Il rombo dei cannoni si è fatto più vicino. >>

Classico esempio di propaganda spiccia: “lo zar esige” "fa diktat", induce nel lettore l’idea che tutto ciò origini dal capriccio e dall'arbitrio del Re Sole, alzatosi con la luna storta… proviamo invece a riscrivere il passaggio così: “considerando che avete già mandato al macello 1,7 milioni dei vostri cittadini, e considerando che presto o tardi comunque conquisteremo tutto ciò che riteniamo appartenga alla Russia, non sarebbe meglio finirla qui subito e risparmiare altre vite umane?”

Così suonerebbe meglio, in effetti…

<< La città era abitata da oltre 200.000 persone prima dell’invasione voluta da Putin nel febbraio 2022. «Oggi ne sono rimaste 53.000, forse meno. Tanti sono anziani che non sanno dove fuggire. Ma ci sono anche famiglie con bambini, che se ne erano andate un anno fa e sono tornate perché hanno finito i soldi e sono stanche di vivere nel precariato dei centri per sfollati nelle regioni occidentali», dice Olena, una 73enne ex impiegata comunale che sa ancora tutto della sua città. >>

Gli abitanti di Kramatorsk, come di ogni città e villaggio del Donbass, che ancora non sono fuggiti (e che ancora non sono stati catturati e spediti a combattere), stanno rintanati in attesa dell’arrivo dei russi liberatori, questa è la realtà.

<< Il chirurgo parà >>

Altro stilema retorico: l’umanizzazione della guerra. Dando volto, nome, storia (storytelling) ai “resistenti”, si induce l’empatia nei lettori (occidentali, a cui è rivolto i pezzo, affinché non si oppongano a farsi ulteriormente derubare - e forse un domani uccidere - dai propri governanti per arricchire Black Rock, che direttamente o indirettamente finanzia questo stesso scritto)

<< Vicino al supermercato principale incontriamo Sergei «il paracadutista», come lo chiamano i suoi colleghi all’ospedale militare. Ha 57 anni ed è chirurgo: cura i soldati feriti del Donbass dal 2 marzo 2022. «Le cose non vanno bene. I russi stanno attaccando con tutto quello che hanno >> (se fossi davvero così, saresti cenere dal febbraio 2022)

<< In questi ultimi giorni ricevo tanti feriti da schegge, che arrivano dalla zona di Kostyantinivka, dove stiamo fermando le infiltrazioni delle pattuglie nemiche. Però sia ben chiaro che il nostro fronte ancora tiene, resta solido >>

Si sgretola… ma resta solido, come l’avanzata arretrante di qualche mese fa..

<< Sino a un mese fa operavo nella zona di Chasiv Yar, che però è stata evacuata assieme all’ospedale avanzato. >>

Ah, non è stata conquistata Chasiv Yar, è stata evacuata… come Berlino nel 45, buono a sapersi

<< E cosa pensa della scelta eventuale di lasciare il Donbass a Putin in cambio della pace? “In apparenza sembra una cosa fattibile, persino ragionevole. Ma non lo è affatto. I russi si prenderebbero il nostro Donbass con facilità e poi tra pochi anni tornerebbero ad attaccare come hanno già fatto in passato” >>.

Chissà se le famiglie dei milioni di morti e dispersi (1,7) - nonché ciascuno di loro, dall'Ade, morendendo la terra coi denti, insieme ad Achille maledicente la propria stessa fama - la pensano come il chirurgo nazi…

<< Mamma con bambini >>

I bambini - nei pezzi di Repubblica e del Corriere - non possono mai mancare… come lo sciroppo d’acero sui pancake

<< Nel 2014 sono scappata a Kramatorsk per tre motivi principali. Primo: ho visto come i russi trattavano male gli ucraini nelle zone occupate, umiliazioni, violenze e povertà >>.

Mentre i russofoni autoctoni del Donbass sono serviti e riveriti dai nazisti ucraini dal 2014…

<< Secondo: nelle zone ucraine si vive molto meglio e in libertà >>

Infatti è l’esercito ucraino a essere composto da volontari, e sono gli ucraini che possono lasciare il proprio Paese liberamente e quando vogliono, mentre i russi arruolano la gente con la forza braccandola per strada e vietano loro di lasciare la nazione, d’altronde è in Russia che vige la legge marziale, non in Ucraina…

<< Terzo: detesto la dittatura russa e Putin per me è un criminale con le mani sporche di sangue, non lo riconoscerò mai come nostro presidente >>.

Può benissimo andare a vivere a Leopoli, o a Berlino…

<< Vedo che la guerra si sta avvicinando a Kramatorsk, nell’ultimo mese qui si sono intensificati i bombardamenti russi, se dovessi capire che il nostro esercito si ritira farei le valige una seconda volta e mi sposterei nelle province attorno a Leopoli >>.

Appunto, inizi a preparale...

<< La tattica russa non cambia. Prima di mandare avanti le pattuglie delle fanterie bombardano a tappeto — spiega il 38enne Vitaly, aggregato agli ingegneri che operano con la 109esima brigata della difesa territoriale — >>.

Se davvero bombardassero a tappeto, non ci sarebbero ancora 53 mila persone in città, non vi pare? I russi potrebbero distruggere tutto in due ore, se volessero… e niente più ingeneri, agenti immobiliari, vicini di casa nelle vasche da bagno o chirurghi…

È per questo che le avanzate sono lente… per minimizzare le perdite civili ucraine, militari russe e sì, per annientare sul campo l’esercito ucraino in quella che è a tutt’oggi una chiara strategia di “demilitarizzazione” de facto, un tritarcane (per gli ucraini) e un trita-armi (per la Nato)

E ovviamente l’immancabile ottimismo battagliero del sol dell’avvenire, in clausola:

<< Anche Andry, un ufficiale 29enne del battaglione Azov, parla con crudo realismo: “Non mi faccio illusioni. Lentamente, molto lentamente, i russi stanno avanzando nel Donbass. Forse lo prenderanno tutto prima o poi >> (sicuramente… e non solo il Donbass; dovevate pensarci prima di vendere il vostro Paese a Black Rock, governante per tramite di neonazisti in armi, fondi e inchiostri occidentali)

<< Ma noi dobbiamo combattere, non ci sono alternative. Resistere e sperare negli aiuti dei nostri alleati >>

Ed ecco qui il télos di tutto il pezzo (come di ogni altro pezzo scritto dal febbraio 2022 ad oggi, sul Corriere come su Repubblica et similia):

“Occidentali, frugatevi, lasciate che Vanguard Group vi derubi ulteriormente, e magari domani venite pure a morire insieme a noi che qui, in prima linea, difendiamo il Bene e l’Amore, la Giustizia e il Vita”

. Anche no, grazie.