L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo
Secondo Orsini, l’Italia, nel 2022, possedeva 5 sistemi anti-aerei di questa tipologia. Parrebbe che, nel contesto ucraino, si siano dimostrati migliori, sicché maggiormente efficaci, rispetto al complesso – più celebre e più pubblicizzato – Patriot.
Sempre secondo Orsini (ma, qui non è importante la “puntualità”, bensì l’ordine di grandezza delle cose, prodromico alla riflessione e alla comprensione dei fenomeni, cioè a dire non conta se fosse realmente 5 o 6 o 4), un sistema è stato distrutto subito, un ulteriore nel 2024. Questo, dunque, potrebbe essere il terzo (in verità, essendo un sistema complesso, è possibile che l’Italia abbia fornito i radar, la Francia i missili intercettori e i lanciatori mobili dei medesimi; ma, anche qui, poco conta ai fini del ragionamento).
Ipotizzando lo fosse, l’Italia ha fornito 3 dei 5 sistemi, pertanto il 60% delle nostre difese aeree, almeno per questo sistema d’arma, sono state “donate” a un Paese estero, non alleato nostro, formalmente ovvero de iure. E sono stati tutti distrutti dai russi.
Prima considerazione: quando il nostro Ministro della Difesa afferma che l’Italia non è pronta a entrare in guerra, forse poteva pensarci prima di cedere il 60% della nostra difesa aerea a una nazione estera non alleata, il fiero sovranista per cui “è l’aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende” etc …
Ora parliamo di tempi e costi. Per i sistemi d’arma complessi come il SAMP/T, dal contratto all’operatività piena spesso passano 2–3 anni. Quindi dovremmo pregare Putin – che nondimeno provochiamo oggi, e non fra 3 anni – di essere così gentile da pazientare almeno 3 anni prima di bombardarci… (ovviamente al netto dell’evidenza militare in accordo alla quale pensare di difendersi dagli Oreshnik coi Samp/t è come pensare di difendersi da un Grizzly con un ombrellino da mojito…).
Quanto costa questo sistema: circa 1 mld di euro cadauno. Quindi, solo considerando questo complesso antimissilistico, abbiamo fornito all’Ucraina 3 mld di euro circa.
Nel 2024, si stima che l’Italia abbia investito per l’edilizia scolastica (includendo i fondi del Pnrr, gli stanziamenti ministeriali e i progetti di Regioni e Province) circa 7 mld.
Se ipotizziamo siano 100 le scuole bisognose di rifacimento, messa in sicurezza, modernizzazione e miglioramento edilizio, se abbiamo speso 7 mld e non 10 mld, ovvero sottraendo i 3 mld spesi per i Samp/t che avrebbero potuto (in potenza, si parla di controvalore) essere qui allocati, questo significa che il 30% delle nostre scuole non ha giovato di alcun intervento edilizio in favore della “protezione” diìei cieli di una nazione non nostra alleata (e soprattutto in favore delle tasche dei corrotti maggiorenti governativi ucraini, dei produttori di armi anglosassoni e non, e, in genere, di tutta la filiera, compresi gli investitori istituzionali, sicuramente anglosassoni, gli squali al vertice di questa piramide alimentare di speculazione e morte).
Bene, vorremmo dire al nostro Ministro della Difesa di non preoccuparsi se le scuole italiane non sono protette dai missili russi perché:
Bene, vorremmo chiedere a quel 30% di genitori i cui figli frequentano istituti educativi fatiscenti, insalubri e insicuri se siano felici di difendere la democrazia, il bene, la luce… o se non preferirebbero che i propri figli frequentassero scuole sicure, accoglienti e salubri. E vorremmo altresì chiedere a quella quota di genitori “sovranisti” e votanti la Meloni, se sono parimenti felici di sguarnire i nostri cieli, i nostri "solchi" (e di non sistemare le nostre scuole) per proteggere i cieli e i solchi – e ingrossare le male bolge della suddetta filiera – di una nazione straniera non nostra alleata.
Tutti codesti decisori politici dovranno rendere conto delle loro scelte al popolo italiano, prima o poi. Ma che il popolo si svegli però... perché risulta che ancora oggi il 30% degli italiani voterebbe Fratelli d'Ucraina (e d'America): semplicemente inconcepibile...