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L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

Lo Schiaffo di Budapest: il crepuscolo dei nani da giardino (accattoni) e l’umiliazione dei servi
20 ottombre 2025
<< Zelensky: “Pronto a incontrare Trump e il terrorista Putin a Budapest se verrò invitato” >>.

Puoi pure disfare la valigia; togli anzitutto la bustina con la polvere magica, ché in dogana è rischioso, e poi ti servirà in questi giorni. Eroi e nani-paredri non si incontreranno mai, e se gli Eroi incontreranno i mercanti, sarà solo perché lo Zeitgesit ha condotto l’inautentico presso il soglio di Cesare e il templio degli Dei.

<< Come si possono raggiungere degli accordi senza che noi ci parliamo? >>

Semplice, le comparse escono di scena quando vi entrano i protagonisti: qualche stenografo ti comunicherà dipoi le decisioni dei tuoi padroni, esecutive, e tu e i tuoi compagni di… “merendine più” dell’Ue, ve le farete andare bene, perché i servi non dialogano coi padroni.

Breve cronistoria ad oggi, al di là della coltre di cialtronesche menzogne alzata dal nostro ceto di imbrattacarte, già vituperato dal masnadiero Karl von Moor di Schiller (“Quando leggo nel mio Plutarco le gesta dei grandi eroi, questo secolo di imbrattacarte mi ripugna”).

Domenica 19 ottobre, la Duma si è riunita in sessione straordinaria per ratificare la liceità giuridica – se il Presidente avesse così deciso – di bombardare direttamente il territorio statunitense con armi nucleari, se gli Usa avessero lanciato anche solo un Tomahawk dal territorio dell’Ucraina verso il territorio della Russia.

A seguito di codesta delibera, sicuramente qualche generale yankee pluristellato avrà riferito al comandante in capo (che di mestiere vendeva le case a NY…) l’impossibilità tecnica di contrastare gli attuali sistemi d’arma russi, i loro vettori di lancio: Sarmat, Oresnick, Burevestnik, Avangard, niente può fermarli, chiunque affermi il contrario è un mentitore, un ignorante, un propagandista, un pazzo.

Di qui la telefonata. Di qui il diktat sui Tomahawk.

Naturalmente il bulletto ossigenato non potrà mai andare in diretta Tv a dire: “signori, i russi non scherzano, siamo noi che bluffiamo, e ci siamo cagati sotto”, ragion per cui ha dovuto inventare un teatrino per giustificare il divieto, la non cessione.

“I missili non li diamo perché ci incontreremo presto per parlare di pace, poi, sapete, ne abbiamo tanti, certo, ma servono a noi…”.

Ma di cosa mai potranno ancora discutere? Di nulla, questa guerra finirà sul campo di battaglia, allorquando la Russia avrà preso tutto ciò che ritiene spettargli per garantire la propria sicurezza di superpotenza, e nessuno potrà farci niente, non coloro che furono una superpotenza, né tanto meno colo che da questa già superpotenza prendono ordini.

A Budapest verrà umiliata l’Europa, ma non già i suoi popoli, se non i dormienti fra loro, fra noi, bensì questa classe di maggiordomi dei maggiordomi dei signori.

Ma solo ciò accadrà.

Sul campo:

Pokrovsk sta per cade: due giorni fa i russi hanno preso il pieno contro di tutta la parte centrale e meridionale, e agli ucraini ormai restano circa 4 km per fuggire a Nord, prima della chiusura completa della sacca. Se non lo faranno, migliaia di militari moriranno o saranno fatti prigionieri. Ma, già dalla situazione attuale, evacuare uomini e mezzi dal semicerchio, cioè a dire ritirarsi in quell’“istmo” sottile non fisicamente controllato dai russi, sarà – purtroppo – un bagno di sangue, per uomini e mezzi, perché droni fpv, bombe plananti fab e artiglieria da campo falceranno i poveri fuggitivi.

La caduta di Pokrovsk, che ha i giorni contanti se non le ore, è già la caduta di Myrnohrad, città parimenti purtroppo distrutta e parzialmente occupata dai russi, nella zona Sud ed Est.

Caduto l’agglomerato Pokrovsk-Myrnohrad, i russi dilagheranno sino alle ultime piazzeforti: la linea Sloviansk-Kramatorsk.

Impossibile, pertanto, pensare ora a un congelamento del fronte in quella zona, ora ossia prima del dilagare post-Pokrovsk (impieghi mesi per superare un ostacolo che inibiva un’avanzata profonda e, appena eliminata l’ostatività, ti arresti con campo libero di fronte a te? Difficile da pensarlo, molto difficile…)

L’agglomerato Sloviansk-Kramatorsk è rifornito da una grande arteria che passa la città di Dobropillja, la T0514. I russi sono a pochi km dal tagliarla (l’avevano già fatto qualche giorno prima del vertice in Alaska, ma poi, l’esercito ucraino, nel panico, ha spostato molte truppe da altre zone del fronte, sguarnendole, per andare in controffensiva: con metodicità i russi li hanno fermati, decimati, e ora sono tornati ad avanzare anche in quel saliente, nella breccia a Nord di Pokrovsk).

Ieri i russi sono entrati per la prima volta (dall’Ottobre del 2022) nella città di Liman, già circondata da 3 lati.

Stessa sorte per Kostjantynivka e Siversk, più a Nord.

Nell’Oblast di Karkiv, Kupyansk è praticamente caduta.

A Sud, qualche giorno fa, hanno attraversato il Dnepr, nella città di Cherson, conquistando una zona della città denominata “Isola della quarantena”, probabilmente al momento con reparti di esplorazione e sabotaggio. Ciò dovrebbe o potrebbe preludere a un prossimo sbarco con più amplio dispiegamento.

A Dnipropetrovsk, ormai anche gli analisti più russofobi, come Julian Röpcke, ammettono l’avanzata massiccia in profondità (sono penetrati al momento sino a circa 20km dal confine, in più direzioni, conquistando circa 25/30 insediamenti di varie dimensioni, e continuano ad avanzare).

La città di Zaporižžja vede la linea del fronte, da Sud, molto vicina, mentre le truppe russe avanzano nell’Oblast anche da Est. Non è “barocco” pensare come l’avanzata a Dnipropetrovsk abbia come scopo la presa della città da 3 direzioni. Da Sud ovviamente, dove sono a 15 km circa dalle prime case di Zaporižžja, da Sud-Est (l’avanzata recente in quella direzione, dentro l’Oblast), più a Nord-Est, appunto “tagliando” da Dnipropetrovks.

In questi anni, l’unica arma che ha tenuto davvero in piedi l’Ucraina sono i droni in fibra ottica che, nondimeno, in autunno e in inverno apparentemente riducono la loro efficacia.

Ergo: difficile pensare che a Primavera qualcosa resti in mano loro del 18% circa che ancora posseggono di quell’Oblast.

“Sic stantibus rebus” in prima linea:

Pertanto, l’unica pièce che andrà in scena a Budapest sarà l’umiliazione dei vari Von Der Lyen, Macron, Merz, Starmer, Meloni, Kallas, Tusk & Co.

Sentitamente ringraziamo l’imperatore palazzinaro dell’Occidente che declina per cotale “schiaffo di Budapest”.