Orizzonte Altro
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L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

V2U AI Drone
o dell’ulteriore affacciarsi dell’“estrema minaccia per l’Esserci”
11 giugno 2025

Negli ultimi giorni, nei cieli ucraini, è comparso un nuovo drone avveniristico di fabbricazione russa (secondo alcuni implementato con tecnologia cinese). Nulla di anomalo: la guerra – nel suo stesso concetto o vigenza potenziale – è, da sempre, un possente fomite all’innovazione tecnica, sicché il suo atto non altro comporta se non l’ulteriore intensificazione dell’incentivazione innovativa. Non si vede perché questa guerra possa o debba eccepirvi.

Nondimeno, noi attraversiamo un tempo in cui la tecnica – ad ampie falcate – si sta avvicinando a divenire “il fine o lo scopo” in seno a quanto Aristotele definiva causazione quadrifattoriale del mutamento dell’ente: la causa efficiente – l’essenza della tecnica – sta divenendo la causa finale – l’essenza dell’essere umano. Se e allorquando la tecnica, cioè a dire l’efficientamente nella causazione dell’ente, diverrà la causazione finale, non sarà più il “perché” a guidare il nostro agire, bensì il “come”. Ma, se lo scopo dell’agire umano diverrà l’efficientamento del mezzo tecnico, il servo diverrà signore.

Pertanto, la “storica” spinta al progresso tecnico comportata dalla cogenza bellica – e la guerra mette in gioco la nostra essenza, in accordo alla quale l’Esserci è quell’ente per cui ne va sempre del proprio stesso essere – non può che parallelamente sospingere innanzi il tempo dell’inveramento della trasmutazione da mezzo in fine della causa efficiente.

Di tutto ciò abbiamo meditato nel volume Tecnica e Destino: coloro che fossero interessati all’argomento possono trovarne qui dettagli ed estratti:

https://www.orizzontealtro.it/Alberto-Iannelli-Tecnica-e-Destino-2025.html

Uno dei “topic” di codesta meditazione, l’excursus conclusivo, verteva proprio sui cosiddetti – allora – Laws (Lethal autonomous weapons systems). Allora, poiché, nel tempo in cui si cercava di implementarne la definizione (marzo 2023, https://disarmament.unoda.org/the-convention-on-certain-conventional-weapons/background-on-laws-in-the-ccw/ ), i Laws non avevano ancora sconvolto e mutato le tattiche stesse di combattimento e financo le strategie belliche, come è patentemente nell’oggi, a partire dall’avanguardialità del contesto ucraino.

Ebbene, ogni sistema tecnologico, sia militare che civile, può essere distinto in relazione al grado di presenza dell’umano nel proprio spettro di funzionamento. I sistemi in cui l’uomo non agisce – né può agire – lungo tutto il percorso di attività della macchina sono definiti “human out the loop”.

Facciamo l’esempio di un’automobile:

I sistemi "human out the loop" corrispondono a quest’ultima casistica.

Taluni droni, già ad oggi, sono "human out the loop".

In particolare, l’innovazione del V2U risiede nella capacità di compiere tutto il tragitto, dallo start al target, autonomamente, grazie al riconoscimento del territorio scansito dalla sua fotocamera e posto a confronto con le mappe satellitari implementate in memoria: compito dell’intelligenza artificiale è appunto realizzare il “matching” – e in real time poiché il terreno cambia costantemente sotto le ali del drone – tra la realtà attuale sua, macchinale, e la realtà “del momento della programmazione” umana.

Ma, soprattutto, è la stessa identificazione del bersaglio a utilizzare questa medesima logica: l’AI compie il “matching” tra le immagini dei bersagli immesse nel tempo della programmazione, e le immagini “riconosciute” come tali nel tempo del suo attacco.

Ebbene, se codesto riconoscimento fosse “meccanicistico”, sicché infallibile secondo necessità, non saremmo innanzi a sistemi d’arma autonomi, questi non soddisferebbero semplicemente la definizione.

Al contrario, proprio secondo necessità o definizione, si dà iato tra la configurazione della realtà potenziale (input umano) e la configurazione della realtà attuale (output macchinale), e questa disequazione deve essere colmata per congettura dall’AI. Ma, codesta inferenza è già discrezionalità, e la discrezionalità è già De-cisione. E non una de-cisione “adiafora” è concessa ai Laws, bensì la stessa decisione per noi essenziale, cioè a dire la decisione tra l’essere nostro e il non più essere, poiché, appunto secondo definizione, i Laws sono macchine letali, mettenti sicché in questione – senza mettere in questione tale messa in questione – la nostra esistenza.

Ci chiediamo, pertanto, in conclusione:

<< Che ne sarà di tutto ciò, che ne sarà di noi, se sopraggiungerà un ente del pari nostro tanto autocosciente quanto annientante e, nonpertanto, assolutamente pre-cluso alla propria possibilità di morte epperò eradicato dal fondamento originario del Cernere, del Krínein (*krei-)? Come può, altresì a decisivamente domandarsi, autenticamente decidere e decidere eminentemente – compreso il decidere di re-cidere quest’Esserci dal suo essere, decidendone ebbene dell’essere-ancora aut del di esso non-più-essere alcunché –, quell’ente, nella cui esistenza, non ne va mai del proprio essere? Cosa comporterà, egualmente, l’evento di un decidere d’uccidere libero, contingente e tuttavia inautentico, cioè a dire non meonticamente fondato, l’evento ovvero di un ente intelligente ponente in questione – e non ponentesi nonpertanto autenticamente la questione di tale messa in questione – l’essere di quell’ente che, al contrario, per essenza esiste nella messa in questione del proprio essere? >>

In ciò, il “pericolo supremo” per l’Esserci, l’estrema minaccia nostra.