Orizzonte Altro
Diurnalia

L'ordinarsi nell'effimero dell'apparire del Mondo

La cogenza del principio di Realtà
Lo schiaffo di Putin (prima di quello di Karaganov...) e i deliri “de-realizzanti” dell’Ue (e dei pifferai inchiostrati di BlackRock) - 4 dicembre 2025
Nella nostra riflessione del 26 novembre scorso, titolata: “La seduzione del male”, scrivemmo:

<< Pertanto, ipotizzando che Trump non abbia offerto a Putin l’Alaska o una cena con Melania…, non riusciamo a cogliere altra spiegazione circa l’eventuale accettazione russa – per quanto ne rimaniamo scettici – se non la “metafisica” seduzione del Male e l’eccentrismo dell’attuale classe dirigente russa “moderata”, rispetto a coloro che, come Karaganov, vogliono farla finita per sempre con l’Occidente e saldarsi all’Asia >>.

Stante: l’esito dei colloqui a Mosca; le parole del neocon Rubio (“finora abbiamo sentito tutti [Ue e Ucraina] ma non abbiamo sentito gli unici che dovevamo sentire [i russi] per ottenere la pace”); e il non essersi neppure fermati a Kiev degli emissari Witkoff e Kushner di ritorno da Mosca (gli statunitensi incontreranno una delegazione ucraina in Florida, forse in qualche altro nightclub… per riferire del vertice fiume con Putin); possiamo con certezza ri-affermare quando scrivemmo: “non c’è alcuna ragione – al di là dell’irrazionale maliosità circea occidua, da cui nondimeno i russi sembrano ormai essersi emancipati – in ossequio alla quale i russi dovrebbero accettare lo stesso piano a 28 punti di Trump, che taluni giornalai nostri scrissero addirittura fosse il piano di Putin.

Anzitutto 600k uomini non possono essere una forza di neutralità e pace. L’esercito ucraino, altro che porcospino d’acciaio, diverrà più o meno come quello austriaco. La neutralità sarà messa in costituzione, e la Nato dovrà mettere per iscritto che non coopterà mai l’Ucraina. O così, o i russi andranno avanti finché non ci saranno più né un esercito, né una realtà statuale in grado di sottoscrivere alleanze.

Inoltre, i 4 Oblast annessi con referendum sono, Costituzione alla mano, terra Russa, per cui non ci sarà alcun congelamento della linea del fronte in codeste Regioni, in tutte e 4: seppur anche oggi i nostri media mainstream titolano: << Putin: “o gli ucraini si ritirano dal Donbass o lo prenderemo con la forza”>>, l’aut aut deve essere al contrario compreso come certamente esteso anche a Zaporizhzhia e Kherson. Infatti, al di là dell’aspetto simbolico, non si dà alcuna differenza, de iure, tra Kherson e Donetsk, quindi non si vede perché l'atteggiamento russo debba differenziarsi tra singoli Oblast all'interno della medesima categoria "Regioni costituzionalmente russe", sarebbe, appunto sub specie iuris, totalmente arbitrario.

Tutt’al più potranno concedere di ritirarsi dalle Regioni non ancora formalmente annesse: Dnipropetrovsk, Sumy, Kharkiv, Mykolaïv, ma solo in caso di simmetrico reflusso ucraino da quelle porzioni (ogni giorno minori) degli Oblast costituzionali non ancora conquistate, poiché se dovranno conquistarsele integralmente manu militari, allora si terranno anche i territori extracostituzionali, in coerenza al detto: << dove un soldato russo poggia il suo stivale, lì è Russia>>, congelando lì la linea del fronte, ovunque per allora si troverà.

Naturalmente, i piani alternativi ucrino-europei-severgniniani & Co non hanno neppure meritato una risposta, né un’udienza i loro relatori, sperando che non sia Karaganov a rispondergli, poiché in codesta risposta (atomica) – che risuonerebbe nel silenzio del Nulla come quello schiaffo che riporta alla Realtà il delirante derealizzante – verrebbero colpiti anche coloro che, da cittadini europei, si sentono perlomeno disgustati dalle istituzioni comunitarie attuali - corrotte, mentitrici e guerrafondaie - nonché, e anzitutto, ostili a quei potentati (anglosassoni) che codeste “istituzioni” servono, dietro ipotizzabile compenso.

E poi c’è sempre la nostra stampa libera, i mastini della democrazia, i cantori del giardino incantato, che non smettono mai di farci sorridere per il loro candore voltairiano… l’eccentrismo dell’antropologo Nikolaj Trubeckoj a cui sopra si accennava, ossia l’autoreferenziale e l’ormai appunto derealizzativo e delirante sentirsi il centro del mondo quando se ne è provincia remota:

<< Il presidente francese Macron è arrivato intanto a Pechino dove proverà a far pressioni su Xi Jinping per sostenere il cessate il fuoco >>.

Macron orami non può neppure più fare pressione sulla première “dame” affinché gli versi il vino a tavola, poiché ancora non gli ha perdonato l’adulterio orientale con vizietto…; a Xin può giusto offrire una baguette, sperando non l'abbia tenuta sotto l’ascella, come da costume loro.